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Angela ed Eva



Si stima che nei campi di concentramento e sterminio nazisti e durante le persecuzioni nei territori occupati morirono tra i 15 e i 17 milioni di persone. Erano ebrei, omosessuali, rom, sinti, disabili, dissidenti politici e altre persone considerate indesiderabili o non conformi al nuovo ordine ariano. Il Porrajmos, “divoramento” in lingua romanì, è stato il genocidio rom e sinti, che provocò un numero mai precisato di morti. Si pensa ad almeno 500.000 persone. Tra le storie che sono riuscite ad arrivare a noi c’è quella di Angela Reinhardt, che durante la sua infanzia all’orfanotrofio di Mulfingen incontrò Eva Justin e il dottor Ritter e per una particolare combinazione di eventi riuscì a salvarsi dalla deportazione.


Angela e Eva è uno spettacolo senza parole e ruota attorno ai giocosi esperimenti a cui Ritter, capo del dipartimento d’igiene razziale del Reich e la sua assistente Eva Justin, sottoponevano i bambini Rom e Sinti ospiti negli orfanotrofi, per dimostrarne la degenerazione e l’incapacità ad essere educati. I due sono considerati tra i principali responsabili del genocidio del popolo Romanì. Un gioco fatto di tenerezze ed inganni, tra Angela, una marionetta ibrida a dimensioni reali e Eva Justin, scandisce il ritmo sulla scena, oscillando tra momenti di consapevolezza, abbandono e introspezione.


Attorno alle due si aggirano la figura di Ritter e quella grottesca e iconica della suora che salvò la ragazzina dalla deportazione.


Lo spettacolo vuole raccontare una piccola storia, poco conosciuta ma estremamente rappresentativa di questa minoranza di cui i gagé sanno pochissimo. Il silenzio, il medesimo che è stato steso sul Porrajmos dalla fine della guerra, è una sfida a cui si sottopongono personaggi e autori, per raccontare una vicenda complessa, di diversità, capace ancora oggi di emergere solamente attraverso numeri, dati e retoriche parole.








ANGELA ED EVA — CREDITI

Ispirato alla storia di Angela Reinhardt

Una produzione di Officina Teatrale A_ctuar (2023)

Con Sara Draghi e Massimo Festi

Musiche originali di Pietro Fabbri

Drammaturgia e costruzione marionetta Sara Draghi

Maschera Brina Babini

Costumi Morselli Patrizia

Riprese e montaggio video Rita Bertoncini

Video d’epoca concessi da United States Holocaust Memorial Museum e Bundesarchiv Abteilung Filmarchiv

Genere teatro d’attore, marionetta ibrida, video e musica

Età consigliata: dagli 8 ai 99 anni

Progetto realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna con il sostegno di Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni, Associazione Sucar Drom e Istituto di cultura sinta.


 

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Officina Teatrale A_ctuar APS 
Via Boccacanale di S. Stefano 25

44121 Ferrara — Italia
C.F. 93085910383 / P.IVA 02118690383

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